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30 Marzo 2016
COLDIRETTI: “AVANTI CON IL BUON PROTEZIONISMO CULTURALE”

 Coldiretti Siena lancia un messaggio chiaro riguardo alla questione dell'olio di oliva tunisino. La richiesta al governo italiano e all'Unione Europea è di tracciare il più possibile i prodotti. Non solo, c’è anche la proposta di aumentare le sanzioni contro le truffe o le sofisticazioni.

L'Italia è il secondo produttore e il primo importatore mondiale di olio di oliva. La necessità interna di prodotto oleario preoccupa, in quanto è previsto che le importazioni dalla Tunisia aumentino del più 481% nel prossimo biennio dopo la decisione dell'Europarlamento di concedere all'olio tunisino di arrivare a dazio zero. Il problema nasce dalla possibilità che l'olio del paese africano venga confuso o usato per contraffazioni. Gli agricoltori non si oppongono alla solidarietà verso la Tunisia, ma chiedono che venga tracciato approfonditamente tutto.
 
Il direttore di Coldiretti Siena Simone Solfanelli sottolinea: «Abbiamo il dovere di tenere alta l'attenzione sulla questione della tracciabilità dell'olio di oliva. Lo dobbiamo ai produttori e ai consumatori. Se questi comprano un olio di oliva a due euro possono essere certi che non è nostro. Consiglio di acquistare il prodotto direttamente nelle aziende».
 
Rolando Manfredini, capo area Sicurezza alimentare della Coldiretti Nazionale, spiega che l'olio: «Non è uno standard, in ogni paese viene prodotto in maniera diversa. Purtroppo c'è la contraffazione e avviene di frequente la sostituzione di olio italiano con quello straniero, di qualità, anche organolettiche, più basse».
Il direttore per la sezione Toscana Antonio De Concilio parla delle mosse di Coldiretti sul tema: «Abbiamo costituito due anni fa un osservatorio sui reati alimentari. Al suo vertice è stato nominato Giancarlo Caselli, precedentemente a capo dell'Antimafia. Abbiamo proposto un inasprimento delle pene contro truffe e sofisticazioni. Ci vogliono delle norme antimafia su questi fenomeni».
 
Il presidente di Coldiretti Toscana Tulio Marcelli, ricorda le responsabilità di certi attori economici nel contrasto alla chiarezza sulla provenienza dell'olio: «Con la crisi per fare mercato alcuni settori, ad esempio la grande distribuzione, hanno abbassato i prezzi dei prodotti. Per fare questo è più facile che vadano a prendere oli lampanti prodotti in altri Paesi».  La proposta di Marcelli per risolvere il problema: «Se ci fosse l'interdizione dalla possibilità di continuare a esercitare attività commerciali sarebbe diverso».

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