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15 Marzo 2017
I VOUCHER IN AGRICOLTURA SERVONO

 L’abrogazione dei voucher favorisce il sommerso in agricoltura dove i buoni sono nati e non si sono verificati gli abusi, perché nelle campagne i beneficiari possono essere solo pensionati e studenti, tra l'altro impiegati esclusivamente in attività stagionali. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la fissazione da parte del Consiglio dei Ministri della data del referendum sulle disposizioni relative al lavoro accessorio, che si svolgerà domenica 28 maggio 2017. Su 75 milioni di voucher usati nei primi sei mesi del 2016 appena 765mila (l'1,09%) sono stati impiegati nelle campagne dove - sottolinea la Coldiretti - sono stati introdotti inizialmente per la vendemmia nel 2008. Da allora – spiega la Coldiretti-  il sistema dei voucher ha consentito nel tempo di coniugare gli interessi dell’impresa agricola - per il suo basso livello di burocrazia – con quelli di pensionati, studenti e disoccupati  - per le opportunità di integrazione al reddito nel rispetto della legalità. Uno strumento - conclude la Coldiretti - anche in grado di avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti e di mantenere attivi molti anziani pensionati.

«La nostra preoccupazione – dice Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – e che si faccia di ‘tutta l’erba un fascio’ e che non si entri nel merito della questione con cognizione di causa. Del totale dei voucher utilizzati in Toscana, che ricordo nel 2016 sono stati 10.400.000, solo l’1,3% è stato impiegato in agricoltura dove sono nati e rappresentano un valido contributo all’emersione del lavoro sommerso senza gli abusi che si sono verificati in altri settori anche perché nelle campagne i beneficiari possono essere soltanto pensionati e giovani studenti, tra l'altro impiegati esclusivamente in attività stagionali come la raccolta delle uve e delle olive».

In effetti le province toscane dove sono stati venduti nel 2016 i 143.392 voucher destinati al settore sono quelle a forte vocazione vitivinicola ed olivicola: in testa Siena con 42.447 voucher, pari al 29%, seguita da Firenze con 30.089 voucher, pari al 20%, distaccata Arezzo con 18.555 voucher, che rappresentano il 12%. 

I voucher - sottolinea la Coldiretti - sono stati introdotti in modo sperimentale per la vendemmia nel 2008 e oggi hanno perso radicalmente la loro connotazione agricola a seguito della progressiva estensione degli ambiti oggettivi e soggettivi di utilizzo del lavoro accessorio. Del totale venduto – precisa la Coldiretti - il 14,9% è stato impiegato nel turismo, il 14% nel commercio, l’11,4% nei servizi, il 4,2% nel giardinaggio e pulizia, il 4,1% manifestazioni sportive e culturali mentre la maggioranza, cioè il 47,1% in altre attività sulla base dei dati dell'Osservatorio sul lavoro accessorio dell’INPS relativi ai primi sei mesi del 2016. 

«Occorre sottolineare anche che l’agricoltura – sottolinea Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana - è il settore che fa segnare il maggior aumento delle ore lavorate con un incremento record del 3,9% annuale che è più del doppio di quello fatto registrare nei servizi (+1,6%) e il 50% in più di quello dell’industria (+2,6%), sulla base dei dati Istat relativi al mercato del lavoro nel terzo trimestre del 2016 che conferma il trend positivo del settore primario che già nel secondo trimestre aveva fatto segnare un balzo del 5% mentre nel primo era stato addirittura del 5,8% in termini tendenziali. Il che significa che in Toscana abbiamo raggiunto la soglia dei 57.000 operai agricoli. Ciò significa che i voucher – conclude De Concilio – non sottraggono lavoro, ma ne fanno emergere altro che diversamente sarebbe rimasto nelle maglie del sommerso».

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