Oscar ai giovani innovatori contadini che al tempo della pandemia da Covid hanno inventato prodotti e servizi innovati rigorosamente ‘Made in Toscana’. Oggi la consegna degli Oscar Green, premio nazionale promosso da Coldiretti Giovani Impresa arrivato alla quattordicesima edizione che punta a valorizzare il lavoro di tanti giovani che hanno scelto per il proprio futuro l'agricoltura.
Dalla finale regionale si passerà a quella nazionale e intanto sul podio c’è Siena, con il giovane imprenditore agricolo Federico Montagnani dell’omonima azienda a San Gimignano.
Olio, vino e zafferano, rigorosamente in questo ordine cronologico “Perché dell’olivicoltura ho sempre avuto il chiodo fisso” spiega Montagnani.
Trentanove anni, l’agricoltore ha preso in mano le redini dell’azienda di famiglia dal 2010 e da quel momento ha portato avanti con passione tutto ciò che il padre e prima ancora il nonno, gli hanno tramandato, a cominciare dal senso del paesaggio toscano che è determinato dalle piante, dagli olivi in particolare.
“Ho studiato molto, mi sono documentato perché sapevo che la coltura dell’olivo non solo nel nostro territorio ma in tutta Italia, non è sostenibile. Colpa anche dei vecchi impianti e dei terreni scoscesi, la produzione di olive rispetto ai fiori è del 2 o 3%, davvero minima. Tanti prima di me avevano cercato soluzioni anche per impollinazioni incrociate, per aumentare la produzione di olive ma senza risultati soddisfacenti. Lo spunto mi è stato dato trovando su internet l’esperienza di un olivicoltore del nord Italia, che aveva a disposizione poche piante e di un’unica varietà, quindi molto più facile trovare una soluzione. Quell’uomo aveva preso l’idea dalla coltivazione di kiwi.
Così, ho tentato. Ho partecipato nel 2017 a un bando della Regione Toscana sull’innovazione in agricoltura, insieme al gruppo operativo che si era creato grazie al supporto che mi ha dato Coldiretti Siena e che intanto aveva portato avanti il progetto di fattibilità con studi preliminari: con me, la stessa Coldiretti e anche l’Università di Siena, dipartimento Scienze della Vita e il CNR interessato agli studi sul germoplasma dell’olivo in Toscana.
All’inizio si parlava di eseguire l’impollinazione manuale, poi mi venne in mente di suggerire un drone (nello specifico, creato da Aermatica 3D) – capace di trasportare polline in un ettaro di terreno in dieci minuti – che fosse una soluzione per la dispersione del polline nell’aria.
Un’idea nata perché ho sempre creduto nell’olivicoltura – conclude Montagnani – e perché ho sempre avuto il pallino di produrre di più ma in maniera più sostenibile, per evitare di snaturare i paesaggi del nostro territorio”.
Ad oggi, l’utilizzo del drone è in fase sperimentale ma ha già portato ottimi risultati e piace in tutta Italia, sia ai ricercatori che agli agricoltori. Pare proprio che sia stata trovata la soluzione per la bassissima percentuale di produzione di olive rispetto ai fiori, una vera e propria svolta per l’agricoltura. Analogo sistema viene usato, dati i risultati, per il nocciolo, per il kiwi e per contenere i danni ai campi di mais.