Oggi pomeriggio, l’assessore all’agroalimentare Leonardo Marras di regione Toscana, insieme al sottosegretario alla presidenza Bernard Dika, hanno incontrato dirigenza e soci di Coldiretti Pistoia.
Una presa di contatto che in poco più di un’ora ha proficuamente messo a fuoco le peculiarità del settore primario pistoiese. Non solo l’elenco delle problematiche, ma soprattutto i progetti e le linee guida da perseguire per dare futuro al settore che più di altri racchiude tanti elementi di socialità e di benessere dell’intera cittadinanza.
I lavori sono stati introdotti dal presidente di Coldiretti Pistoia, Fabrizio Tesi, e coordinati dal direttore Francesco Ciarrocchi.
L’assessore, che prima aveva fatto visita al Naturart Village, ha condiviso con tanti soci Coldiretti le questioni aperte:
a) Eccesso di fauna selvatica: esposte dalla responsabile Coldiretti Donne Coldiretti Toscana e Pistoia, Michela Nieri, dai cinghiali alle cornacchie, i danni che l’eccesso di selvatici provocano all’agricoltura sono insostenibili.
b) ZOOTECNIA & PSA: con il vice presidente di Coldiretti Pistoia Paolo Giorgi, che ha illustrato ila difficile condizione degli allevamenti pistoiesi, soprattutto montani, ricordando che quando una stalla chiude, chiude per sempre. È toccato poi ad Antonio Andreini, presidente dell’Atc 11 Pistoia, e Nicola Tesi, referente per la provincia per la Peste Suina Africana (PSA), fare il punto sull’emergenza sanitaria che per ora ha solo lambito la nostra provincia, ma che potenzialmente potrebbe essere devastante per tutta la nostra zootecnia.
c) Serre: è toccato al direttore di Coldiretti Pistoia, Francesco Ciarrocchi, fare il difficile quadro legislativo sulle serre temporanee, mobili, ecc. auspicando un’armonizzazione normativa che dia certezza alle imprese, eliminando alcune delle più lampanti contraddizioni.
d) Reticolo idrico minore: una problematica esposta da Paolo Niccolai, consigliere Coldiretti Pistoia e Vice presidente del Consorzio Medio Valdarno. Nella nostra piana, a fare danni non sono i grossi torrenti, ha spiegato, ma il reticolo minore che necessita di interventi da 75 anni. evidenziando ulteriormente le lungaggini derivanti dai conflitti di competenze tra Genio Civile, Comuni, Stato e Consorzio di Bonifica.
e) Il vivaismo olivicolo di Pescia è una delle eccellenze produttive della nostra Regione per la qualità del prodotto vivaistico -ha spiegato il socio Alessio Cecchi- oggi ha più che mai bisogno di essere di nuovo supportato per traghettare le varietà autoctone, che hanno reso famoso nel mondo l'olio toscano, verso forme si allevamento intensive altamente meccanizzabili e quindi più sostenibili economicamente. Ma questo discorso vale anche per altre regioni che si avvalgono della produzione di piante da parte delle imprese del vivaismo olivicolo pistoiese.
f) Prima degli interventi di Marras e Dika, il presidente Fabrizio Tesi, ribandendo la centralità del nostro vivaismo ornamentale, che comunque rappresenta circa il 40% del totale export italiano nel mondo, ha evidenziato come sia indispensabile tener conto della fragilità del territorio, soprattutto montano: prerequisito indispensabile anche per una sana gestione territoriale anche in pianura.
Il direttore Francesco Ciarrocchi, ha poi elencato i progetti già in ponte nelle varie filiere dalla rete Coldiretti: florovivaismo, mais, selvatici, diserbo sostenibile, risparmio idrico, controllo dei patogeni, ecc..
Dopo aver rimarcato il ruolo del vivaismo ornamentale pistoiese, l’assessore Marras si è soffermato sugli stimoli ricevuti dai diversi attori delle varie filiere agricole.
“La tenuta e controllo e gestione del territorio -ha spiegato Marras- l'equilibrio idrografico, la difesa del suolo, il reticolo minore, le preoccupazioni che riguardano l’espansione della PSA, e naturalmente il vivaismo. Ci sono tanti argomenti, che vanno verificati e affrontati passo passo, dando risposte ad ogni singola questione. Ci sono regole, vincoli, condizioni che l'ordinamento europeo dà, ma anche elementi di sfida. Non si possono affrontare con facilità, vedo un lavoro complesso in qualche caso lungo, faticoso, anche con necessità di avere qualche spunto creativo che ci permetta di trovare delle soluzioni nuove, ma alla fine non vedo difficoltà insormontabili”.
Il sottosegretario Bernard Dika si sofferma proprio sugli elementi che potrebbero rallentate processi di sviluppo ben impostati.
“Sicuramente sulla burocrazia dovremo impegnarci insieme ad un sistema di semplificazione. Penso al tema delle serre, dove da un lato si chiede la presenza di serre temporanee che possano essere smontate, e dall'altro si chiede che la serra sia sicura e quindi costruita con materiali che non la rendono temporanea. Insomma mi impegnerò affinché si possano parlare gli uffici che, in fondo, appartengono allo stesso ente”.