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3 Ottobre 2014
Coldiretti Siena: consegnate le osservazioni in Regione sul Pit

Un  fascicolo di cinquanta pagine è stato consegnato in Regione Toscana da Coldiretti Siena. Sono le osservazioni al Piano di Indirizzo Territoriale delle 5 schede d’ambito che interessano la provincia di Siena ed in particolare la Val d’Elsa, il Chianti, le Colline di Siena, la Val di Chiana, la Val d’Orcia e la Val d’Asso.
“Il piano di indirizzo territoriale è stato al centro di molte polemiche – ha detto il direttore di Coldiretti Siena Francesco Sossi – e noi abbiamo lavorato approfonditamente, anche grazie alla collaborazione di tecnici qualificati, per mettere a punto le nostre osservazioni che sono state puntualmente consegnate alla regione Toscana. Questo è un PIT che va riscritto in molte, anzi troppe, delle sue parti perché intacca un principio sacrosanto: quello della libertà di fare impresa.”
Un piano di indirizzo territoriale di oltre 3000 pagine che se restasse così rischierebbe di impoverire anziché arricchire il territorio toscano e in particolare quello senese. Gli innumerevoli sforzi di generazioni di agricoltori verrebbero vanificati non solo dal punto di vista ambientale ma soprattutto dal punto di vista economico.
“Sarebbe opportuno chiederci se, senza l’opera attenta degli agricoltori, la Val d’Orcia sarebbe mai potuta diventare patrimonio dell’Unesco e luogo invidiato in tutto il mondo. Oppure se impedire in tutti quei territori vocati alla viticoltura di sviluppare efficacemente non solo i vigneti ma anche la possibilità di andare direttamente al mercato con l’accorciamento della filiera e con la realizzazione di nuove cantine, azione che indubbiamente nel tempo ha creato enormi benefici economici a territori che altrimenti avrebbero assunto tutt’altri connotati, continuerebbe ad avere un così alto potere attrattivo per i giovani e quindi per un efficace ricambio generazionale”, ha aggiunto il direttore Sossi.
“Il piano di indirizzo territoriale, nasce con l’intento di  “proteggere” e “preservare” il paesaggio toscano ma il solo effetto che ha, così come è stato scritto e se non venisse radicalmente modificato, è quello di ingessarlo- ribadisce il presidente di Coldiretti Siena Fausto Ligas – di renderlo statico al pari di una vecchia fotografia degli anni ’50 che col tempo rischia di diventare sbiadita. Noi, non lo possiamo accettare anche perché la volontà delle imprese agricole è quella di rimanere sui territori continuando a costruire e a salvaguardare l’ambiente, a patto che ci venga permesso di continuare a fare reddito.”
Tenere conto di quanti investimenti si sono fatti e si potrebbero fare sui nostri territori anche grazie a tutto il sistema dello sviluppo rurale, che in questo momento è in attesa di essere riscritto per il prossimo quinquennio, ci lascia perplessi sul perché ci sia stata una scelta così radicale nella stesura del PIT che di fatto bloccherebbe la crescita complessiva delle imprese agricole agendo anche in maniera negativa su tutto l’indotto che ne consegue.
“Ci aspettiamo – ha ribadito Francesco Sossi – un intervento deciso e determinante che derivi dalla possibilità di riscrivere il piano di indirizzo territoriale. Oggi la domanda che ci dobbiamo porre, è se vogliamo dare ancora un futuro sostenibile al giardino toscano o se decidere di chiuderlo sotto una teca di vetro con il rischio che secchi tutto perché non ci saranno più imprese disposte a custodirlo!”

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