Siena rappresenta il 30 % della produzione di grano della Toscana
Allarme e preoccupazione da parte della Coldiretti di Siena per l’improvviso calo del prezzo del grano registrato negli ultimi giorni. Una caduta libera impressionante e ingiustificata, se non strettamente legata ad una speculazione. Una tendenza al ribasso che gli agricoltori non possono assolutamente permettersi dopo il forte rincaro dei costi di produzione e la siccità che hanno fatto crollare la produzione.
La speculazione in atto a causa del conflitto si sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori.
Anche nel senese la preoccupazione è forte fa sapere Coldiretti Siena:
“A Siena e provincia ci sono circa 2100 imprese che producono cereali e arrivano a generare circa
450000 quintali di grano duro e 350000 di grano tenero. Numeri importanti quelli della produzione cerealicola senese, quantificabili in circa 1 milione e 200 mila quintali e che rappresenta una grande fetta della produzione Toscana, circa il 30%”.
Una situazione che penalizza fortemente il mercato e gli agricoltori. “E’ inspiegabile – afferma Coldiretti – il prezzo del grano crolla, ma il prodotto base che ne deriva, cioè il pane, costa di più, siamo arrivati ad un prezzo tra i 3 e i 5 euro al Kg. E’ evidente che siano in corso manovre speculative e procedure commerciali sleali che fanno si che il prodotto grano tenero e duro, finiscano sotto al sotto filo fuoco della speculazione.
Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, ma è anche necessario investire per aumentare la produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.”