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3 Luglio 2018
Coldiretti: smascherare l’inganno di chi aggiunge zucchero al vino

Il vino italiano viaggia con numeri da primato e con un fatturato di 10,6 miliardi di euro all’anno. Ma questo nostro prodotto di alta qualità, e richiesto in tutto il mondo, è messo a dura prova da una concorrenza sleale che vede pratiche diffuse, anche in Europa, di aggiunta di zucchero al vino.
Occorre smascherare l’inganno dell’addizione di zucchero al vino che l’Unione Europea consente ai Paesi del centro e nord Europa mentre in Italia è vietato da oltre 50 anni: è quanto afferma la Coldiretti nel commentare la decisione della Commissione europea di bocciare l'ipotesi di etichetta nutrizionale delle bevande alcoliche proposta in marzo dall'industria del settore. L’obiettivo comune – sottolinea la Coldiretti – deve essere quello di fornire informazioni corrette senza però che questo vada a caricare le imprese agricole di adempimenti burocratici difficili da sostenere, considerata la grande varietà delle produzioni Made in Italy. La stessa “voglia di trasparenza” – denuncia Coldiretti – dovrebbe però essere garantita anche su altri aspetti del settore vitivinicolo che oggi danneggiano i produttori italiani e i consumatori di tutto il mondo, dalla possibilità consentita dall’Unione Europea ai paesi del Nord Europa di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero, pratica vietata nel nostro Paese, a quella di permettere la vendita di pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose con la semplice aggiunta di acqua. Occorre difendere – conclude la Coldiretti - i primati del vino italiano che ha raggiunto nel 2017 un valore record di oltre 10,6 miliardi per effetto soprattutto delle esportazioni che hanno raggiunto il massimo di sempre a 6 miliardi (+6%) mentre sono risultate in leggera crescita anche le vendite sul mercato nazionale pari a circa a 4,6 miliardi, per effetto anche dell’aumento dei consumi familiari (+2%).

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