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1 Febbraio 2016
SALGONO I PREZZI AL CONSUMO

 I prezzi al consumo dei prodotti alimentari crescono ma gli agricoltori non ci guadagnano. Nel 2015 l'inflazione per alimenti e bevande alcoliche è stata quattordici volte più alta di quella media. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat di dicembre dalla quale si evidenzia che l’aumento dei prezzi non si è poi trasferito alle imprese agricole con una adeguata remunerazione. Quello che esce dalle aziende agricole in molti casi viene acquistato dai distributori addirittura al di sotto dei costi di produzione. Un problema che interessa anche il territorio senese, centro importante per i prodotti alimentari.
 
Nella media del 2015, la crescita dei prezzi dei beni alimentari, che era nulla nel 2014, è salita infatti all’1,4%, per una inversione della tendenza dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1,9%, da -0,7% dell’anno precedente). Ad esempio i vegetali freschi crescono addirittura del 6,1% a dicembre rispetto allo scorso anno. Aumentano pure i prezzi degli alimentari lavorati, incluse le bevande alcoliche, e dei tabacchi (+1,0%, era +0,5% nel 2014). Invece a livello totale, con l’inclusione di tutte le merci del paniere di valutazione, la media dell’inflazione,  con il valore del +0,1% annuo, risulta il più basso dal 1959. 
 
L’andamento dei prezzi alimentari riflette dunque le condizioni stagionali ma è anche il risultato delle distorsioni che ancora esistono nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola con i prezzi che aumentano in media più di cinque volte,  anche se con differenze tra freschi e trasformati.
 
Il 2015, però, è stato un anno importante perché la spesa delle famiglie italiane in alimenti e bevande ha invertito la rotta  ed è tornata ad aumentare dopo sette anni di riduzione consecutiva. La stima della crescita cumulata nei dodici mesi, secondo le elaborazioni Coldiretti sulla base delle previsioni Ismea-Nielsen è dell'0,3%. Un andamento destinato a consolidarsi nel 2016. La spesa alimentare è uno speciale indicatore dello stato dell’economia nazionale poiché si tratta della principale voce del budget delle famiglie, dopo l’abitazione, con un importo complessivo di 215 miliardi.

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