Arriva l’indicazione di origine in etichetta del latte e dei suoi derivati. Il premier Renzi ha mostrato il decreto interministeriale alla giornata del latte italiano organizzata da Coldiretti. A Milano infatti si è svolto l’appuntamento nazionale in occasione del Milk World Day celebrato dalla Fao in tutto il mondo.
L’organizzazione degli agricoltori ha approvato l’iniziativa, di cui è stata la prima promotrice.
«Questo documento – ha detto il presidente del Consiglio– è stato firmato e inviato a Bruxelles ieri». Il decreto sull’indicazione dell’origine del latte e dei prodotti latteo-caseari, spiega Renzi, «non reca solo la firma di Martina ma anche quella di Calenda. Noi riconosciamo che con la scelta dell’etichettatura possiamo investire su un futuro imprenditoriale e industriale che parte però dai coltivatori diretti, da chi gode e gioisce di lavorare in una stalla. Il decreto è già firmato. Ora è a Bruxelles, e a Bruxelles ci faremo sentire in tutte le forme e le modalità».
«Un risultato storico per allevatori e consumatori che nella metà dei casi sono disposti a pagare il vero Made in Italy alimentare fino al 20% in più ma c’è addirittura un 12% che è pronto a spendere ancora di più pur di avere la garanzia dell’origine nazionale». E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
«Un risultato che risponde alle esigenze di trasparenza degli italiani che secondo la consultazione pubblica online del Ministero dell’agricoltura in più di 9 casi su 10 – ha sottolineato Moncalvo - considerano molto importante che l’etichetta riporti il Paese d’origine del latte fresco (95%) e dei prodotti lattiero-caseari quali yogurt e formaggi (90,84%), mentre per oltre il 76% lo è per il latte a lunga conservazione.
«Con l’etichettatura di origine – ha precisato Moncalvo - si dice finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy che riguarda tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta».
L’obbligo di indicare l’origine in etichetta salva dall’omologazione l’identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali censiti a livello regionale territoriale.
Ad essere tutelati sono 120mila posti di lavoro nell’attività di allevamento da latte che generano lungo la filiera un fatturato di 28 miliardi che è la voce più importante dell’agroalimentare italiano dal punto di vista economico, ma anche da quello dell’immagine del Made in Italy. La scelta di trasparenza fatta in Italia è importante per essere più forti anche nella lotta all’agropirateria internazionale sui mercati esteri dove i formaggi Made in Italy hanno fatturato ben 2,3 miliardi (+5%) nel 2015.